Progetti 2019
Tutti i progetti della fondazione nell'anno 2019.
MALI
Padre Vittorio Bonfanti, da molti anni vicino alla
nostra Fondazione, dopo 20 anni di vita di missione in Mali, si trova ora in
una comunità missionaria a Modica, in Sicilia, dove è impegnato con gli
immigrati che arrivano dalle diverse zone dell’Africa. Le sue conoscenze
culturali e linguistiche, in questo caso, sono preziose. Tuttavia, Padre
Vittorio continua ad occuparsi della scolarizzazione di molti bambini e ragazzi
del Mali. Per poter continuare a sostenere questo suo progetto, pur da
distante, ha richiesto alla nostra Fondazione un contributo che abbiamo voluto
dargli, sicuri che il loro utilizzo sarà a beneficio della popolazione del
Mali.
PAPUA NUOVA GUINEA
La
Fondazione, date le continue difficoltà economiche della missione della
Fraternità Cavanis in Papua Nuova Guinea, segnalata da Suor Caterina
Gasparotto, ha voluto dare seguito al progetto “un cesto di sorrisi per non far mancare loro il pane”, iniziato nel 2018 dopo il successo della Cena del Cuore. Per questo
motivo, è stato elargito un contributo per acquistare la farina per produrre il
pane necessario a sfamare tutta la missione di Bereina.
CAMEROUN
“È bello sapere che dei ragazzi si aprono al futuro e lo
strumento più efficace è la scuola”.
Le parole di Padre Giovanni Malvestio
sono profonda verità. In molti territori, il presente è l’unica cosa che conta,
manca il pensiero al futuro perché, in molti casi, diventa paura a causa della
povertà. Non si può pensare al proprio futuro se non si sa fino a quando si
potrà avere cibo a tavola. Ciò nonostante, il futuro è importante perché ti
permette di vivere il presente in modo più consapevole. Per fare in modo che i
giovani si “aprano al futuro”, Padre Giovanni Malvestio è riuscito a realizzare
una scuola elementare a Yagoua, capoluogo del dipartimento di Mayo-Danay, luogo
isolato del Cameroun. Ora, la volontà è quella di ampliare la scuola presente,
costruendo quattro nuove aule, affinché la possibilità di aprirsi al futuro
possa essere data ad un numero più elevato di ragazzi. Volendo continuare il
supporto dato fino ad oggi a Padre Giovanni Malvestio, la Fondazione ha erogato
un contributo per finanziare la costruzione delle nuove aule.
REPUBBLICA CENTRAFICANA
Le differenze territoriali, in termini di
alfabetizzazione e conoscenza, rimangono ad oggi molto evidenti, soprattutto
nelle terre del Terzo Mondo. Queste differenze sono emerse anche
dall’esperienza testimoniata da Mons. Rino Perin, originario di Pianiga e
Vescovo della Diocesi di M’Baiki nella Repubblica Centrafricana. Mons. Rino ha
sottolineato che, nella zona in cui si trova ora, aumentano “significativamente
la stregoneria con crimini di vite umane trucidate” ogni giorno. Questi
eventi drammatici sono ovvie conseguenze di quella mancanza di conoscenza che
continua a presentarsi nel mondo. Al fine di ridurre queste differenze
territoriali e sociali, Mons. Perin, nella sua missione, ha iniziato un lungo
percorso di istruzione e formazione per dare un’opportunità alternativa alla
gente del posto. Nonostante la buona volontà, persiste la difficoltà nel far
capire il valore di un percorso di apprendimento, soprattutto ai giovani del
territorio. In particolare, è stato istituito un Collegio che accoglie, oggi,
circa 50 ragazze di M’Bata, permettendo loro di allontanarsi dalla stregoneria
e dalle tristi vicende casalinghe. La Fondazione ha voluto contribuire, per il
terzo anno, alla gestione di questo collegio, ritenendo fondamentale il valore
dell’istruzione dei giovani per la crescita della nostra civiltà.
BIELORUSSIA
Anche nel 2019 è continuato il sostegno della nostra
Fondazione a favore del progetto promosso dall’Associazione “Insieme per
accogliere” Onlus di Castelfranco Veneto, rivolto ai bambini che abitano nelle
zone limitrofi a Pripiat, luogo in cui è avvenuta la catastrofe nucleare di
Chernobyl nel 1986. A questi bambini, di età compresa tra i 7 e i 15 anni, sordomuti
per effetto delle radiazioni tutt’ora rilevanti nelle zone in cui abitano,
viene organizzato un soggiorno di un mese in una località marittima italiana.
Questo periodo di allontanamento dalla propria casa permette loro di risanarsi,
almeno temporaneamente, dalle conseguenze dannose delle radiazioni.